Prevenzione e salute
Lo sport come divertimento e piacere, il riscoprire e tornare alle nostre origini, in contatto ed armonia con la natura. Lo sport come piacere di compiere quei gesti, quelle azioni, quei movimenti che ci hanno portato sin qui in milioni di anni di evoluzione, riportando corpo e mente in un'unica naturale armonia.
Non sport come dovere, un lavoro, una costrizione perchè prescritto dall'esterno, fatto solo perchè ci viene detto che fa bene, fatto anche controvoglia per dimagrire, per diventare più "belli" o solo per non dispiacere le aspettative di mamma papà. Sarebbe così solo altro stress aggiunto e certamente non un 'attività destinata a durare.
Anche nello sport tutti hanno le risorse necessarie ma non sempre si riesce a trovare la propria strada, da soli o in compagnia è facile sbagliare. Non si può non amare l'attività fisica, è parte del nostro essere, sarebbe come dire non mi piace la musica, odio il pensiero etc: si tratta solo di trovare lo sport che fa per noi.
Piacere e dolore, riconoscimento esterno e/o riconoscimento interno, in fondo tutto ruota attorno a queste motivazioni, nello sport come nella vita: imparare a conoscersi attraverso lo sport significa imparare i propri limiti, le proprie reazioni, le proprie risorse.
Nei prossimi anni l'attività fisica diventerà il principale strumento di promozione della salute, un farmaco economico e piacevole per vivere meglio e più a lungo. Tra tutti gli sport l'atletica leggera resterà la regina perchè in sè racchiude tutti i gesti atletici, si può praticare ovunque, non ha stagioni, è adatta a tutti, è per di più economica e costituisce la base per tutti gli altri sport.
Come quindi avvicinare le persone allo sport ed all'atletica in primo luogo? Valorizzando in ciascuno le motivazioni interne che ne guidano il comportamento, cercando nello sport il piacere o usando lo sport per evitare quel dolore da cui si fugge, avendo comunque sempre un obiettivo credibile realistico da raggiungere poco importa se sia la maratona o semplicemente dimagrire. Starà al Medico dello Sport guidare l'atleta e prescrivere l'attività fisica nei modi e nei tempi più consoni per quella persona, nè più nè meno come si prescrive un farmaco. Sarà lo stretto rapporto tra atleta ed allenatore a portare i risultati ma soprattutto a portare la migliore prestazione. La sola ricerca del riconoscimento esterno, il premio come la fama, pone l'atleta in una condizione di dipendenza dall'esterno in cui conta più l'arrivare primo che il proprio gesto atletico, l'importante non è fare bene ma meglio degli altri. Molto più gratificante cercare la propria migliore prestazione come obiettivo, poco importa se qualcuno è arrivato davanti se hai dato tutto te stesso. L'atleta che ha riferimenti interni si diverte sempre, anche se non vince perchè per lui l'obiettivo è raggiungere i propri limiti e se può migliorarli. Ben vengano le vittorie ma siano il frutto dell'eccellenza propria e non della mediocrità generale, siano un punto di partenza per nuovi traguardi e nuove prospettive, uno stimolo per nuove sfide prima di tutto con se stessi.
L'Atletica Pordenone in questa ottica vuole essere uno strumento per tutti, agonisti e non, grandi e piccini, a raggiungere i propri obiettivi con entusismo e divertimento perchè lo sport sia sempre e soprattutto piacere. Ben vengano le vittorie ma il nostro obiettivo è l'antico mens sana in corpore sano, che sia Londra 2012 (forza Caravelli !!) o solo l'ultimo chilometro della Maratonina dei Borghi.
No al doping e no alle prestazioni ad ogni costo perchè per noi non è importante diventare atleti ma il rimanerlo.
Siete tutti benvenuti.
Dott. Alessandro Da Ponte
medico sportivo Atletica Pordenone